Toscana, con la riforma del 118 cambia il sistema di emergenza-urgenza e sparisce un’automedica
Un’automedica in meno a fronte di un’ambulanza infermieristica in più nell’area dell’Empolese Valdelsa Valdarno. È quanto prevede il “piano di prima fase applicativa della riforma del sistema di emergenza urgenza del 118”: questa è la dicitura della delibera licenziata dall’Asl Toscana centro che riassume la riforma dell’emergenza sul territorio, applicando le linee di indirizzo date dalla Regione. Una riorganizzazione che trova il favore della Fp Cgil, ma con alcune “integrazioni, altrimenti è una riforma incompleta”. L’area di copertura conta 234.000 abitanti con il San Giuseppe di Empoli come primo ospedale di riferimento. Attualmente la mappa dell’emergenza vede attive tre automediche h24: una a Empoli (pronto soccorso), una a Fucecchio (ospedale) e la terza a Castelfiorentino (ospedale); il quarto mezzo è attivo h12 diurno in Valdelsa (Casa della Salute di Certaldo) e in Valdarno (al distretto La Badia di San Miniato). A queste si aggiungono tre ambulanze infermieristiche h24: in Valdelsa (Croce d’Oro Montespertoli), nell’Empolese (Misericordia Pubbliche assistenze, con turnazione mensile) e nel Valdarno (Misericordia Pubblica assistenza Santa Croce sull’Arno, con turnazione mensile). A disposizione di giorno ci sono anche nove ambulanze di primo soccorso che scendo a sei di notte, per un totale di 17 mezzi di soccorso nella fascia orario diurna e 14 in quella notturna. Con la rimodulazione del sistema il numero di mezzi di fatto rimarrà invariato, cambierà la tipologia. Perché questa decisione? Questione di numeri. Dati alla mano, nei territori dell’area Valdelsa e Valdarno i mezzi che attualmente effettuano il minor numero di interventi sono l’automedica di Certaldo con 1,6 interventi giornalieri e l’automedica di San Miniato con 3,2 interventi al giorno. Da qui la scelta di ottimizzare le risorse sostituendo l’automedica con un’ambulanza infermieristica.
“L’impianto della riforma ci trova d’accordo. Anzi dovevamo arrivarci dieci anni fa – premette subito Simone Baldacci, coordinatore Fp Cgil Asl Toscana centro – Le automediche costano molto e spesso vengono attivate anche impropriamente. Nella rete del 118 un infermiere adeguatamente formato è in grado di applicare i protocolli richiesti sul momento, in modo che il paziente venga stabilizzato e poi trasferito in ospedale. Quello che però ci trova in disaccordo è che si sta procedendo senza dotare il personale infermieristico degli strumenti per poter operare in sicurezza”. Il sindacato chiede da ormai un anno “una dotazione omogenea della strumentazione a bordo dei mezzi, un adeguamento dei protocolli e una revisione delle procedure operative”. Per l’equipaggiamento dell’infermiere del 118 la Cgil avanza anche la richiesta di un casco con incorporata una telecamera grazie alla quale sarebbe possibile ’dialogare’ in remoto con il medico nel caso si presentassero situazioni più complesse da dover gestire. “Per discutere di tutto questo abbiamo chiesto un incontro con l’azienda”, fa sapere Baldacci.