Ospedali senza lettighe, ambulanze bloccate nei pronto soccorsi: 118 in tilt
Record di ricoveri per l’epidemia di influenza, in strada restano solo quattro mezzi di soccorso disponibili. Il direttore del servizio di emergenza: «Situazione drammatica»
NAPOLI, ischemia cerebrale, codice giallo, a Napoli in strada ci sono 4 ambulanze su 16 disponibili. Le altre sono bloccate nei pronto soccorsi di Cardarelli, Loreto Mare, San Giovanni Bosco e Villa Betania. Il paziente, dopo un’ora di attesa, viene portato in ospedale in auto. L’area antistante il pronto soccorso del Loreto Mare è piena di ambulanze ferme. Negli ospedali c’è un’esplosione di ricoveri per l’epidemia influenzale e sono finite le barelle, in alcuni casi anche le bocchette per l’ossigeno, per questo vengono “sequestrate” quelle dei mezzi di pronto intervento. Gli addetti della centrale operativa del 118 non possono fare altro che informare gli utenti che non ci sono mezzi disponibili. Della situazione sono stati informati anche il Prefetto, il presidente della Regione e i direttori sanitari. Ma non sono stati adottai provvedimenti di alcun tipo. «Viaggiamo su una media di circa 170 interventi al giorno con 16 ambulanze – afferma Giuseppe Galano, diretto del 118 e presidente dell’Aaroi, il sindacato dei medici anestesisti – In questo periodo gli interventi sono schizzati a 300 al giorno. Con le ambulanze bloccate la situazione è drammatica».
Non sembrano esserci soluzioni immediate. Secondo Galano il problema è strutturale e risiede principalmente nella carenza cronica della rete territoriale. «Avevano assicurato l’apertura h24 di ambulatori, ma non se n’è fatto nulla. Manca anche la continuità assistenziale: le guardie mediche non garantiscono un servizio efficiente. Così come il filtro territoriale dei medici di base non riesce a ridurre tutti quegli accessi in codice verde e bianco che arrivano ai pronto soccorsi».
Secondo Galano, inoltre, sarebbe necessario che i Policlinici e il Monaldi aprissero alle emergenze,per decongestionare i dipartimenti per le emergenze. «Dicono che non vogliono congestionare l’area ospedaliera. Ma, di fatto – spiega il direttore del 118 – il Cardarelli resta, comunque, il punto di riferimento dove arrivano tutte le emergenze».
Infine, sottolinea Galano, non è stata mai avviata l’Azienda che si doveva occupare della rete delle emergenze, così come previsto nel decreto 33 del commissario alla Sanità. «È evidente – conclude – che in questa situazione la gestione delle urgenze diventa molto complicata».