Foggia: Medico del 118 scrive a Piazzolla: “Lavoriamo in condizioni difficili”
118, lettera aperta di un medico al direttore Asl di Foggia
Patrizio Brancaccio, medico che espleta il servizio di emergenza-urgenza 118 scrive al direttore dell’Asl di Foggia. Una lunga lettera per far valere le ragioni di tutto il personale, che denuncia lo stato di precarietà da tre anni“
Da oltre tre anni i medici del 118 che espletano il servizio di emergenza-urgenza, vivono una situazione piuttosto precaria. Mancanza di mezzi, carenze strutturali, e una retribuzione non adeguata alle ore lavorative prestate. Un disagio crescente che ha portato i medici ad annunciare l’intenzione di limitarsi a prestare servizio nelle ore previste dal contratto.
Una forma di protesta, l’unica consentita (lo sciopero porterebbe alla denuncia per interruzione di pubblico servizio) per alzare la voce e palesare alla Asl di Foggia l’insostenibilità dell’attuale situazione. In una lunga lettera indirizzata al direttore dell’Asl Foggia, Vito Piazzolla, Patrizio Brancaccio, medico dell’emergenza urgenza Asl, la illustra dettagliatamente. Uno momento di riflessione per evidenziare il punto di vista dei diretti interessati, ovvero i medici del 118.
LA LETTERA DEL MEDICO A PIAZZOLLA. “Sono un medico dell’emergenza urgenza Asl di Foggia, per intenderci quelli che riduttivamente sono chiamati medici del 118. Sono uno dei tanti medici che tanti ‘problemi’ sta creando al servizio. Scrivo questa lettera affinché possa essere fatta ulteriore chiarezza sulla situazione attuale ascoltando o meglio leggendo la nostra ‘verità’.
Prima di tutto il termine ‘medico 118’ ci va molto stretto. Troppo spesso ci considerano dei meri trasportatori di corpi da portare in tutta fretta in ospedale per assicurargli una assistenza ‘migliore’. Purtroppo in molti non comprendono che se c’è da fare qualcosa per salvare la vita di una persona, bisogna farlo lì e subito. Scappare subito in ospedale talvolta non è la salvezza per il paziente, anzi potrebbe essere un errore fatale per lo stesso. Invece di vederci come una categoria che sta dando problemi, Lei Direttore dovrebbe considerarci come un fiore all’occhiello della sua Asl.
Pur essendoci preclusa ogni opportunità di carriera e di specializzazione, siamo dei professionisti altamente specializzati. Abbiamo competenze cardiologiche, rianimative, neurologiche e chirurgiche da fare invidia a molti altri colleghi. Lavoriamo spesso in circostanze difficilissime: pressioni psicologiche e talvolta anche fisiche da parte di astanti e parenti dei pazienti. Lavoriamo in condizioni metereologiche quasi mai favorevoli. Lavoriamo in orari, in cui la stragrande maggioranza dei medici riposa. Infine, in alcune circostanze, facciamo la differenza tra la vita e la morte di un paziente.
Lei, Egregio Direttore, dovrebbe avere un’alta considerazione di noi. Che cosa avrebbe fatto Lei se firmando un contratto che le garantisce determinati emolumenti, all’improvviso il suo datore di lavoro decidesse, di non pagarLe più quanto pattuito? A noi è accaduto. Che cosa avrebbe fatto Lei se alle numerose richieste di incontrare il suo datore di lavoro (da circa 3 anni chiediamo incontri costruttivi) vedesse le stesse ignorate? Che cosa farebbe Lei per tutelare i suoi interessi?
Noi non abbiamo opportunità di sciopero con astensione dal servizio, sarebbe interruzione di pubblico servizio. Io, come un gran numero dei miei colleghi, quindi, abbiamo ritenuto opportuno il non andare oltre 168 ore previste dal contratto. Che cosa farebbe Lei se ritenesse la sua retribuzione non idonea alle responsabilità e alle ore dedicate al suo lavoro? Che cosa farebbe Lei se per ‘esigenze di servizio’ venisse collocato dalle 5 alle 8 volte al mese in una zona distante anche 2 ore dalla sua sede di lavoro? Sì, è vero, l’Asl paga 0,28 euro a km come rimborso, ma questo va inteso per carburante e usura del mezzo privato, ma le due ore per andare e le due per tornare sottratte alla sua vita non le vengono riconosciute. Sono 4 ore che si aggiungono alle 12 di turno da effettuare. Le 2 ore del ritorno talvolta sono da fare dopo il turno di 12 ore notturno. Allora Lei cosa farebbe?
Quale reazione avrebbe nel sapere che se a lei è stato fatto un ‘ordine di servizio’ per andare a lavorare a 2 ore di distanza dalla sua sede, altri suoi colleghi, con lo stesso contratto, le sue stesse mansioni, rimangono a pochi passi da casa perché le ore le vanno a fare nei vari Pronto Soccorso nei quali, per giunta, non sono abilitati a lavorare? È lapalissiano che se questi colleghi vanno a lavorare nel Pronto Soccorso, rendono scoperte le postazioni dove in realtà dovrebbero prestare servizio. Quale reazione avrebbe se medici con contratto a dipendenza, che devono lavorare solo in ospedale e/o nel Pronto Soccorso, occupano invece posti in PPIT, in maniera illegale, creando quindi carenza di medici nel Pronto Soccorso?
EGREGIO DIRETTORE, LO SA CHE. I medici che lavorano nel Dipartimento Emergenza Urgenza dell’Asl di Foggia sono a contratto in convenzione, quindi non soggetti a doveri dei dipendenti? I medici con contratto a convenzione sono liberi professionisti che però non godono del regime fiscale di libero professionista? I medici con contratto a convenzione non prendono tredicesima né altre mensilità aggiuntive? I medici con contratto a convenzione non hanno diritto a TFR? I medici con contratto a convenzione non vedono riconosciuta la malattia dall’Asl, bensì da una compagnia assicurativa che li paga, nella migliore delle ipotesi, 90 giorni dopo il rientro in servizio? I medici con contratto a convenzione, più giorni di malattia fanno nell’anno solare, più vedono ridotto il loro rimborso da parte della compagnia assicurativa? Si che lo sa, lei è il direttore dell’Asl di Foggia.
Lo sa che i medici con contratto a convenzione non sono collocabili in servizio di Pronto Soccorso in quanto questo spetta ai medici con contratto a dipendenza. Questo fa risparmiare l’ospedale in cui lavorano, ma continuano a pesare economicamente sul Dipartimento Emergenza Urgenza? I medici alle dipendenze dell’Asl non possono essere impiegati in servizio del Dipartimento Emergenza Urgenza. Ciò avviene lo stesso, procurando al sistema sanitario intero più di un danno. Infatti il medico dipendente lascia vacante il posto in Pronto Soccorso, dove dovrebbe stare, e in più sottrae il posto che occupa a colleghi in convenzione che ne avrebbero diritto. Essendo poi vacante il posto in Pronto Soccorso, si è costretti a chiamare noi dell’Emergenza Urgenza al di fuori delle nostre canoniche 168 ore con ulteriori spese retributive? Si che lo sa, lei è il direttore dell’Asl di Foggia.
E lo sa che i medici dell’Emergenza Urgenza hanno responsabilità decisamente superiori al medico di base o a quello della guardia medica, eppure guadagnano in alcuni casi di meno? I medici dell’Emergenza Urgenza, in attesa di una chiamata da parte della Centrale Operativa, dovrebbero sostare, per legge, in locali idonei dal punto di vista igienico. Tali locali dovrebbero essere confortevoli, dovrebbero avere impianti elettrici e idraulici a norma. Le garantisco, per esperienza personale, che non è così? Si che lo sa, lei è il direttore dell’Asl di Foggia
Ho la presunzione di dire che Lei non si sarebbe sobbarcato il suo incarico, con tutte le responsabilità che prevede, per una retribuzione pari a quelle di un sottoposto. Egregio Direttore, tutti noi abbiamo bisogni di altri per fare bene il nostro lavoro. Alla valida equipe di cui si avvale, prende in considerazione di avvalersi dell’esperienza di chi Emergenza e Urgenza la vive sulla sua pelle quotidianamente. Si faccia affiancare da persone che conoscono cosa voglia dire portare in ospedale un paziente con edema polmonare in un viaggio che, vista la situazione orografica del nostro territorio, può durare anche 2 ore.
Si faccia affiancare da persone che la mettano al corrente di postazioni con impianti idro-elettrici non a norma, con locali non idonei, con scalini di accesso ridotti a ruderi, certo non sicuri, quando per codice rosso si fanno le scale di fretta e d’inverno sono ghiacciate dal freddo.
Si faccia affiancare da persone che possano descriverLe qual è la tensione che si vive quando gli animi degli astanti e/o parenti del paziente, sono particolarmente agitati perché ritengono che i soccorsi abbiano tardato, quando in realtà essi giungono da un posto relativamente vicino, ma con viabilità che costringe a viaggiare a velocità modeste.
Si faccia affiancare da persone che vivono sulla propria pelle la frustrazione di aver richiesto delle maschere laringee da mesi e mai ottenute, e così lo stesso per i farmaci e quant’altro sia necessario per i nostri pazienti. Egregio Direttore, si faccia affiancare da chi queste tematiche e problematiche le vive tutti i giorni, e senza nulla togliere alle Sue competenze e senza volerLe mancare di rispetto, o peccare di presunzione, potrebbe darLe una percezione forse diversa e più ampia di quella che al momento ha. Facendo ciò sono sicuro che da ‘problema’ da risolvere, noi medici dell’Emergenza Urgenza, potremmo diventare un fiore all’occhiello che Lei potrà esibire con orgoglio. Con il dovuto rispetto, Le porgo i miei più distinti saluti”.