Delle postazioni 118 sullo Jonio a breve rimarrà solo il nome
Delle postazioni 118 sullo Jonio a breve rimarrà solo il nome: senza medici e anche senza guanti
Mentre la Magistratura mette sotto inchiesta i bilanci dell’Asp di Cosenza, ospedali e postazioni sanitarie territoriali sono ormai sguarnite di tutto
CORIGLIANO-ROSSANO – Postazioni del 118 sguarnite dei presidi di protezione individuale. Una novità? Forse no. Se non fosse però che dei punti di prima emergenza sul territorio, da Cariati a Trebisacce passando per Cassano e Corigliano-Rossano, a breve rimarrà soltanto il nome.
Più volte in questi giorni abbiamo riportato le denunce degli operatori che lamentano carenza di personale medico all’interno dei centri Suem dell’area ionica. E non solo. Abbiamo raccontato di come i sanitari abbiano contratti di lavoro che non li tutelano in alcun modo (l’80% dei medici di primo soccorso è precario da oltre 20 anni e non percepisce l’indennità di malattia).
Oggi, a completare questo quadro orribile ci sono le mancanze elementari. Quelle che in una sanità pubblica degna di questo nome non dovrebbero proprio esistere. Il fatto che manchino dei guanti in un presidio 118 e che i medici per lavorare debbano portarseli da casa non è solo grave ma è ingiustificabile.
Però succede. E succede nello stesso momento in cui la Magistratura scopre l’ennesimo buco ultramilionario proprio nelle casse di un’Azienda sanitaria che i soldi dei contribuenti, evidentemente, li ha fatti finire altrove e non magari per acquistare le cose necessarie.
Il fatto è che i cittadini, in preda alla disperazione, non se la prendono mai con manager e dirigenti, perché quelli rimangono chiusi nelle loro stanze, ma con il personale di frontiera. Quello che ci mette sempre la faccia e opera – è proprio il caso di dire – a mani nude.