Coronavirus, 118 e Protezione civile: “Evitare saluti amichevoli, vita sociale aumenta i contagi”
Coronavirus, 118 e Protezione civile: “Evitare saluti amichevoli, vita sociale aumenta i contagi”
il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, ha commentato come “atto forse un po’ eccessivo” la decisione dei sindaci di Ischia di chiudere i porti a lombardi e veneti oltre che a cinesi, poi revocata dal prefetto. “L’ultima cosa che dobbiamo lasciar accadere è che l’ abbia vinta il panico”, spiega in due diverse interviste a Repubblica e Corsera.
Per il picco di contagiati, in Nord Italia, “una spiegazione scientifica ad oggi non c’è e, comunque, non me l’ hanno comunicata”, ma al Nord “alcuni medici non hanno saputo riconoscere i sintomi. Alla domanda “lei è stato in Cina di recente?”, spesso la risposta di un viaggiatore febbricitante è stata “no”. Non doveva essere considerata sufficiente per escludere la presenza di virus”.
Un’altra ragione per cui il virus sta colpendo l’Italia, per Borrelli, e che siamo un Paese “con un alto tasso di vita sociale”. Infatti Giuseppe Galano, responsabile regionale campano del 118 a Radio Crc spiega: “Bisogna lavarsi le mani sempre più spesso, evitare i saluti troppo amichevoli. La mascherina solamente per gli operatori sanitari, non c’è bisogno per i cittadini, specialmente in una regione come la nostra che, attualmente, non ha nessun vero e proprio contagio. Bisogna stare più tranquilli”- “Siamo in strettissimo contatto con la Protezione civile. Stiamo prevedendo possibilità suppletive, sia a livello ospedaliero che 118, ci stiamo preparando, con la speranza di non doverlo fare. In questo momento serve una cauta osservazione delle cose, osservando i principi igienici”.
Angelo Borrelli ha spiegato che “ci manca di scoprire la causa primaria. Non siamo riusciti a individuare quello che in gergo è stato definito il “paziente zero” e questo “rende difficile fare previsioni sull’onda prossima in Italia”. Intanto, non c’è da andare nel panico: il numero dei contagiati “cresce rapidamente perché stiamo somministrando a tappeto nelle zone dei focolai i test per l’ individuazione del virus. Sono più di tremila i tamponi che abbiamo utilizzato fino a ora”.