«Campania, cabina di regia per il 118 ma resta il buco dei pronto soccorso»
Giuseppe Galano è direttore della centrale operativa del 118, nonché presidente regionale del sindacato dei medici anestesisti Aaroi-Emac. Ed è chiamato ad applicare il nuovo modello di assistenza: in che modo i due policlinici entreranno a far parte della rete di emergenza?
«Anzitutto occorre chiarire che non saranno aperti i pronto soccorso nei due Policlinici».
Sarà, dunque, una collaborazione parziale, a differenza di quella garantita in altre regioni italiane?
«Sì, nelle altre regioni d’Italia tutti i Policlinici funzionano come gli ospedali».
Perché non adottare questo modello in Campania?
«Non dipende da ragioni tecniche, ma da scelte organizzative».
Scelte che condivide?
«Sarebbe più opportuno aprire i pronto soccorso anche nei Policlinici per dare una maggiore risposta alle esigenze dagli ammalati campani».
E allora cosa cambierà prossimamente con i nuovi protocolli d’intesa tra Policlinici e Regione?
«Gli ammalati potranno essere trasferiti direttamente nei reparti delle aziende ospedaliere universitarie attraverso le ambulanze del 118, perché queste strutture entreranno a far parte delle reti dell’emergenza per specifiche patologie come centri ad alta specializzazione, i cosiddetti Hub di primo e secondo livello. In particolare, le prime reti operative saranno quelle per l’infarto e cardiochirurgia e per l’ictus».
Quali i benefici per i pazienti?
«Il primo sarà trasferire l’ammalato nel centro più qualificato e adatto per curarlo anziché in quello più vicino».
Questo intervento potrà bastare a risolvere il problema della barelle?
«Senza dubbio la rete cardiologica e quella di cardiochirurgia potranno migliorare la qualità dei servizi; mentre la rete traumatologica e quella oncologica saranno più difficili da costruire, poiché l’organizzazione non è ancora definita, e addirittura più complessa sarà la creazione delle reti in pediatria con il Santobono che resterà unico centro Hub, con un inevitabile sovraffollamento nel polo vomerese. Stessi disagi per la chirurgia toracica a Napoli e provincia e nel Salernitano: il Cardarelli rimarrà unico punto di riferimento fino all’apertura del reparto nell’Ospedale del Mare. In grave difficoltà anche la chirurgia e radiologia vascolare».
Da quando gli ammalati verranno trasferiti giorno e notte direttamente nei Policlinici?
«Questo dipenderà dai tempi di adeguamento nell’organizzazione dei servizi nei due Policlinici che dovranno assicurare prestazioni assistenziali e diagnostica nell’arco delle 24 ore».
Quali passaggi saranno necessari per realizzare il progetto?
«Occorrerà anzitutto potenziare il personale, e questa sarà l’operazione più complessa, considerato il blocco delle assunzioni vigente da anni. Inoltre, sarà necessario un adeguamento strutturale nei Policlinici così come negli altri presidi, interventi però non ancora programmati».
Quindi?
«Occorreranno dai tre ai cinque anni per far entrare i Policlinici nell’emergenza. Ma lo stesso piano ospedaliero potrebbe restare un libro dei sogni poiché non ha un preciso cronoprogramma e non è chiaro con quali risorse umane e tecnologiche realizzare i tanti cambiamenti previsti».
Cambierà nei prossimi anni anche l’assistenza garantita dal 118?
«Si punta a ridurre il numero di medici a bordo delle ambulanze, e questo è un male specialmente nelle aree disagiate, perché si rischia di aumentare i trasporti in ospedale oppure di dover mandare sul posto il collega in un secondo momento, con un altro mezzo, con inevitabili ripercussioni su tempi di attesa e costi del servizio; mentre è condivisibile la scelta di trasferire le centrali operative del 118 dagli ospedali nelle aziende sanitarie, in modo da liberare spazi preziosi per l’assistenza».
La Regione Campania vuole spostare anche la centrale operativa del 118 dal Cardarelli. Dove e quando?
«Le verifiche per individuare la sede più adatta sono in corso. Quelle completate all’Annunziata e al rione Traiano hanno portato a escludere entrambe le sedi. Ora si parla di traslocare all’Ospedale del Mare. La Regione vorrebbe avviare l’operazione entro l’anno, ma nessuno dei responsabili di centrale è stato mai chiamato per dare un contributo tecnico, da considerarsi invece indispensabile».
Il nuovo piano ospedaliero della Regione Campania prevede anche più postazioni per l’elisoccorso. Include nelle piste di atterraggio e decollo anche i campetti di calcio.
«Sì, si tratta di una opportunità prevista dalla nuova legge sull’elisoccorso già adottata in altre regioni come la Toscana e che potrà senza dubbio rendere più rapidi ed efficienti i soccorsi a partire da subito e, cosa più importante, anche dopo il tramonto».
Quali sono le altre principali novità?
«La più importante è senza dubbio la previsione di una cabina di regia, attraverso la creazione di una azienda unica per l’emergenza, simile a quella già attiva in Lombardia, che consentirà di avere una visione di insieme, ma sarebbe opportuno avviare questo tipo di intervento proprio per governare dall’inizio tutti i cambiamenti che avranno come obiettivo l’integrazione dell’assistenza tra ospedale e territorio».