Bologna, Ambulanza chiamata in ospedale: “Degente rianimato grazie al 118”

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La consigliera Evangelisti (FdI) chiede un’ispezione: “Il mezzo sarebbe dedicato agli interventi esterni”. La replica dell’Ausl: “La gravità del paziente necessitava di un intervento immediato e preciso”
“Chiediamo un chiarimento sull’intervento del 118 all’ospedale di San Giovanni in Persiceto e depositeremo un atto ispettivo”. A parlare è la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Marta Evangelisti che si riferisce all’episodio verificatosi nellla struttura persicetana la notte di sabato scorso: è stato richiesto l’intervento di soccorso dei medici dell’emergenza territoriale e del 118 all’interno di un reparto di degenza ospedaliera, per soccorrere un paziente lì ricoverato. In sostanza, come se si trattasse di un privato cittadino in casa propria o altrove.
“Considerando che l’attività svolta dal personale medico convenzionato sui mezzi dell’emergenza territoriale dovrebbe essere riservata esclusivamente alla gestione delle emergenze extraospedaliere – dice Evangelisti –, vorremmo comprendere, dalla direzione dell’Azienda sanitaria, ma anche dall’assessorato regionale, se questo servizio sia ora considerato sostitutivo o alternativo al sistema interno di gestione delle emergenze ospedaliere, soprattutto in strutture dove è attivo un pronto soccorso”.
In merito all’accaduto l’Azienda Usl di Bologna precisa che: “La vicenda a cui si fa riferimento è stata una situazione di emergenza clinica, insorta nelle prime ore del mattino del 25 aprile presso un reparto di degenza dove era ricoverato un paziente per cui era previsto un progetto di dimissione, già concordata coi familiari. L’evento, insorto acutamente e pertanto non prevedibile, è stato immediatamente gestito dal medico di guardia del reparto, che ha effettuato il trattamento congruo, in maniera tempestiva e ottimale. Tuttavia, all’evidenza di mancata risposta clinica e della gravità delle condizioni, prevedendo la necessità di portare al più presto il paziente presso l’hub dell’ospedale Maggiore si è ritenuto di attivare l’équipe di soccorso avanzato Als, (Advanced life support) del 118″.
E ancora: “Sopraggiunto in reparto, lo stesso medico del 118 ha confermato la gravità delle condizioni del paziente – subito evolute in arresto respiratorio e secondariamente cardiaco – e, nella contingenza della situazione, ha supportato il medico di guardia del reparto nella gestione dell’emergenza. L’esordio in attività elettrica senza polso (Pea) e l’esecuzione delle manovre previste in questi casi (intubazione, assistenza ventilatoria e farmacologica) hanno consentito il recupero della circolazione spontanea. Nella fase immediatamente successiva, ovvero di stabilizzazione clinica, l’elettrocardiogramma ha evidenziato un tracciato compatibile con sindrome coronarica acuta confermando la condizione di patologia tempo-dipendente”. “Dopo aver contattato la cardiologia dell’ospedale Maggiore, – aggiunge l’Usl – si è effettuato il trasferimento diretto in emodinamica, secondo la procedura interaziendale Test (Trasporti in emergenza secondari tempo-dipendenti) con la prosecuzione della presa in carico da parte della stessa équipe 118 intervenuta (medico e infermiere)”. Pierluigi Trombetta