C’è un indagato per il caso dei malori accusati dagli operatori del 118 di Bologna
Bologna, i malori al 118 dell’ospedale Maggiore: c’è un indagato tra gli operatori. Sospetti su un altro: «Ruggini e rancori»
n quattro mesi sette dipendenti della centrale operativa sono stati male: nel sangue di uno trovate tracce del sedativo Entumin. Grazie alle telecamere e alle analisi dei badge i carabinieri hanno stretto l’indagine su un sospettato
di Gianluca Rotondi – corriere della sera ed. di bologna
In quattro mesi sette dipendenti della centrale operativa sono stati male: nel sangue di uno trovate tracce del sedativo Entumin. Grazie alle telecamere e alle analisi dei badge i carabinieri hanno stretto l’indagine su un sospettato
Non è più contro ignoti il fascicolo aperto dalla Procura per fare luce sugli strani malori accusati in appena quattro mesi da sette dipendenti della Centrale operativa 118 Emilia Est, un servizio che ha il delicato compito di coordinare i mezzi di soccorso su Bologna, Modena e Ferrara. Nel registro degli indagati è stato iscritto almeno un nome, un operatore a cui vengono contestate diverse ipotesi di reato. Si parte dalle presunte lesioni causate ai colleghi attraverso la somministrazione di uno psicofarmaco ad effetto sedativo, l’Entumin.
Le tracce del sedativo nel sangue di un operatore
Tracce del farmaco sono state infatti trovate nel sangue di almeno uno dei due operatori che hanno accusato malori più seri, tanto da richiedere un ricovero in ospedale. Un’altra contestazione riguarda proprio la reperibilità dell’Entumin, un farmaco ad uso interno che certo non è a disposizione di tutti e che potrebbe allargare il perimetro delle accuse anche ad altre figure. Voci non confermate parlano infatti di un altro indagato.
Le verifiche dell’Ausl e le indagini affidate alla Procura
L’ipotesi dell’avvelenamento doloso, e non di un semplice incidente o di una contaminazione accidentale, aveva preso piede dopo le verifiche interne disposte dall’Ausl che si era subito attivata dopo che si erano verificati quei malesseri improvvisi e inspiegabili tra medici, infermieri e perfino elicotteristi del 118. Il Dipartimento di sanità pubblica ha avviato una serie di analisi alla ricerca di eventuali virus o di contaminazioni dell’ambiente, del sistema di areazione o del cibo erogato dai distributori automatici. Tutto negativo. Di qui la decisione di investire della questione la Procura con un esposto, nel quale sono stati riportati i sette casi sospetti e tutte le analisi effettuate internamente, proprio per confermare o escludere la presenza di reati.
LEGGI ANCHE
Il Nas dei carabinieri ha sentito trenta dipendenti: i sospetti su uno
La Procura ha delegato le indagini al Nas dei carabinieri che nell’ultimo mese ha sentito a sommarie informazioni una trentina di dipendenti di quel delicato servizio. Gli investigatori hanno ricostruito attraverso le testimonianze il clima lavorativo all’interno della Centrale operativa per isolare possibili moventi: ruggini, rancori o risentimenti covati nel tempo sul luogo di lavoro. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno stretto il cerchio intorno a un operatore ma gli accertamenti sono in corso e non si escludono altre sorprese.
Badge e telecamere hanno aiutato le indagini
Del resto la palazzina in cui ha sede la centrale operativa non è un posto qualunque. È un luogo protetto e isolato rispetto alle altre strutture sanitarie, con accessi registrati attraverso badge e telecamere di sicurezza posizionate sia all’esterno che all’interno che in queste settimane sono state passate al setaccio dagli inquirenti. È un fatto che dopo l’esposto presentato dal direttore generale dell’Ausl Paolo Bordon, e in particolar modo dopo che la notizia è divenuta pubblica, non si siano più registrati malori.
La centrale operativa «sigillata» per evitare intrusioni
Parallelamente all’inchiesta della magistratura, che come detto non è ancora chiusa, l’Ausl ha avviato una serie di iniziative e incontri per rasserenare il clima tra gli operatori, naturalmente molto provati da quanto accaduto, e soprattutto ha messo in campo azioni strutturate per migliorare le misure di sicurezza e «sigillare» la centrale operativa. Nel futuro prossimo verranno adottati una serie di correttivi. Si pensa a un controllo elettronico degli accessi potenziato, all’isolamento dell’area in cui prestano servizio i piloti degli elicotteri del 118, che per fortuna hanno accusato malori lievi e non quando erano in servizio, e alla sostituzione di serrature e chiusure.